“Bellezza, grazia, popolare, romana, diretta emanazione della vita, appendice autobiografica e insieme ‘altro’ che lo trascende, autoritratto e ritratto epocale in perfetta sinergia di rimandi”: descriveva così la pittura di Franco Angeli, il poeta, scrittore e giornalista Goffredo Parise, uno che, di certo, in fatto di arte e artisti la sapeva lunga, avendone conosciuti e frequentanti molti personalmente.

In effetti, quello che sappiamo di questo spericolato e ribelle artista pop romano, noto per il suo carattere burrascoso e tormentato, lo deduciamo più dai fatti narrati dalle persone che lo conoscevano bene, come la bellissima Marina Ripa di Meana con la quale ebbe una lunga e complicata relazione negli anni in cui, insieme ad altri “artisti maledetti” come Tano Festa e Mario Schifano, diede vita al gruppo artistico detto “Scuola di Piazza del Popolo”.

Nato a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, il 14 maggio 1935, Franco Angeli inizia a lavorare molto presto per poter assistere la madre sola e malata. I materiali che trova (tappezziere, carrozziere) lo mettono a contatto con la vita vera, le sofferenze del popolo e naturalmente la “materia” come le stoffe e i pezzi di lamiera, che spesso saranno presenti nelle sue opere d’arte.
La scoperta della pittura rappresenta per lui una catarsi: << Quando una persona ha un malessere profondo – dirà in una delle interviste – deve cercare un modo per non essere più sola, deve in definitiva, trovarsi un interesse che l’accompagni per la vita>>.
I suoi primi approcci con l’esperienza artistica presso l’atelier dello scultore Edgardo Mannucci, amico di Alberto Burri, avvengono alla metà degli anni ’50, anni in cui si era apertamente avvicinato al Partito Comunista, da cui poi si distaccherà in seguito per avvicinarsi ai movimenti extraparlamentari.
Il suo interesse verso il mondo reale e la critica al “sangue” e alla violenza della guerra, uno dei temi centrali dell’arte ribelle di Angeli, è evidente fin dalla sua partecipazione, nel 1962, alle Nuove prospettive della pittura italiana presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, dove presenta opere d’arte in cui compaiono i simboli della politica (svastiche, croci, aquile, falci e mezzelune) coperte da un velo, quasi a volerne ridurre il loro impatto violento sulla società.

Queste posizioni lo porteranno più avanti a schierarsi “naturalmente” contro la Guerra del Vietnam, nel 1968, come testimoniano le opere “Università Americana” (1967) e “Corteo” (1968).
Una recente mostra presso la Gallerie del Gruppo Credito Valtellinese, intitolata “Arte ribelle. 1968-1978 Artisti e gruppi dal Sessantotto”, ha visto proprio le opere di Franco Angeli come protagoniste, insieme a quelle di altri artisti “pacifisti” come Vincenzo Agnetti, Fernando De Filippi, Nanni Balestrini, Fabio Mauri, Mario Schifano e Franco Vaccari. Per gli organizzatori dell’evento, questa esposizione ha voluto rappresentare un tentativo per indagare, a oltre 50 anni dalla data simbolo del ‘68, circa le influenze fra l’arte e i fermenti di protesta politica e speranza rivoluzionaria allora presenti nei gruppi studenteschi e, in generale, nella società e nella politica italiana.

Tuttavia, la “pittura ribelle” di Franco Angeli si alimenta anche di altre suggestioni oltre a quella della critica politica e sociale. I ruderi, le lapidi, gli obelischi e le statue di aquile e lupe romane coperte da veli oppure le falci e martelli, le bandiere o le svastiche ripetute ossessivamente raccontano naturalmente anche il legame con la città cui deve i natali, Roma.

Taluni critici suggeriscono anche di vedere nell’utilizzo di cuori, lune e stelle e, più avanti, di giocosi aeroplanini che tagliano in due il cielo, oltre ad una testimonianza dei suoi viaggi in Oriente, anche dei riferimenti alla sua infanzia rubata a causa della guerra e del precoce ingresso nel mondo del lavoro.

franco angeli anni ottanta

Franco Angeli – acrilico su tela anni ottanta – 60×80 cm – The Strip Gallery

A differenza dell’aeropittura futurista, di cui il primo esempio è lo scritto di Marinetti “L’aeroplano del Papa” (1908), in cui l’aereo diventa il simbolo della liberà negata esprimendo, quindi, il desiderio di volare, per Franco Angeli l’aeroplano è ricondotto certamente all’esperienza negativa, della guerra.
Il 19 luglio 1943, ancora bambino, aveva infatti vissuto personalmente il trauma del bombardamento di San Lorenzo da parte delle forze di aviazione statunitensi, tanto da farne l’oggetto principale dei suoi primi quadri. Nel ’68, invece, si era personalmente schierato contro l’invio di bombe al napalm da parte degli aerei americani sul Viet Nam. Non è un caso quindi che nelle opere d’arte di Franco Angeli sia ricorrente il tema della guerra anche negli ultimi anni della sua produzione artistica e della sua vita, terminata precocemente il 12 novembre 1988 a soli 53 anni.

franco angeli tela anni ottanta

Franco Angeli – acrilico su tela anni ottanta – 60×80 cm – The Strip Gallery

In un suo quadernetto Franco Angeli scrive che “bisogna amare tutto ciò che è successo, ma anche il suo opposto”. Un invito non molto difficile da comprendere, che mette ancora di più in luce come la ribellione di Angeli non sia un segno di rottura, ma sia in realtà il tentativo da parte dell’artista di riconciliarsi con la vita. Le opere di Franco Angeli, soprattutto quelle dedicate alla violenza e alla guerra, sono quindi anche l’espressione della ferma volontà di non arrendersi, trasformandosi in un messaggio di pace e di speranza che va oltre al clamore dei cortei e alla smania pacifista tipico dei primi anni ’70.

Proprio nell’autenticità e nell’urgenza espressiva con cui viene fuori questo messaggio sta la forza di ogni dipinto dell’artista romano: nelle opere d’arte di Franco Angeli ritroviamo non solo capolavori indiscussi dell’arte contemporanea italiana ma, anche e soprattutto, riscontriamo l’esperienza e la sensibilità del singolo artista che confluiscono nel definire il ritratto di un’epoca.

Riferimenti bibbliografici:

ricerca.repubblica.it

archiviofrancoangeli.org

firstonline.info

cultura.biografieonline.it

artantide.com