Pablo Picasso diceva “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita quotidiana” e ora tutti gli studi concordano sul fatto che l’arte migliora le nostre vite, aumenta il benessere e diminuisce la quantità di stress accumulata quotidianamente.

Contemplando un capolavoro rilasciamo dopamina, un neurotrasmettitore che regola l’umore, provocando emozioni capaci di agire sulla mente ancor più delle droghe e aumentando il senso di piacere e gratificazione.

Ed è anche dimostrato come l’arte aiuti anche dopo un grave trauma fisico e mentale. Secondo i dati raccolti da Ercole Vellone dell’Università degli Studi di Tor Vergata a Roma, presentati a Copenaghen durante l’ultimo Spring Meeting on Cardiovascular Nursing: a seguito di 192 pazienti che avevano subito un ictus, il ricercatore ha verificato che ai pazienti interessati all’arte, in qualsiasi forma, si associa una migliore qualità della vita e un più marcato recupero delle capacità fisiche e psichiche. Ai partecipanti è stato chiesto se amassero la pittura, la musica, il teatro e se li vedessero come parte integrante della loro vita prima e dopo l’ictus; i risultati indicano chiaramente che gli amanti dell’arte avevano una salute generale migliore e più energia, e hanno anche recuperato più facilmente l’attività motoria. C’è di più: si sentivano più tranquilli, più sereni e meno ansiosi o depressi, mostravano una memoria più forte e comunicavano meglio, avendo capacità di comprensione ed espressione più adeguate di chi non aveva interesse per l’arte.

vincent van gogh
Vincent Van Gogh – “Notte stellata”, 1889 – MOMA

“La ricerca della bellezza, in cui arte e cultura sono strumenti importanti, può essere un elemento importante per il raggiungimento di quella qualità di vita a cui tutti aspiriamo”, scrive il neurochirurgo Giulio Maira nel suo libro “Il cervello è più grande del cielo” .
“D’altra parte, anche la percezione della bellezza come massima espressione e realizzazione della nostra realtà fa parte del raggiungimento della felicità. Se ci pensiamo, siamo circondati dalla bellezza, il nostro mondo intero è permeato di bellezza e armonia, basta guardare intorno a scoprirlo negli elementi della natura e nelle opere dell’uomo, dai semplici fiori di campo alle opere di artisti di tutti i tempi “.

Molti scienziati, terapisti, filosofi e molti altri professionisti hanno cercato di dimostrare che l’arte gioca un ruolo estremamente importante nel determinare i nostri stati d’animo. Come può l’arte avere un’influenza così positiva sulle nostre vite?

La contemplazione di un’opera d’arte migliora il nostro umore

Secondo uno studio norvegese, pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, visitare le mostre migliora l’umore. La ricerca ha esaminato per tre anni oltre 50.000 persone, sottoponendole a questionari sulle loro attività creative e culturali e sul loro umore. Questa è una delle prove a sostegno di come anche la contemplazione dell’arte possa essere uno strumento utile in una terapia per combattere gli stati depressivi. A volte c’è un’esplosione di sentimenti e sensazioni, spesso confusi, e il nostro corpo e la nostra mente provano un appagamento interiore. È qui che entra in gioco il cosiddetto circuito delle ricompense!

L’arte ha effetti positivi sulla nostra vita

L’arte può rivelarsi un vero mezzo per curare o alleviare determinati comportamenti fisici, neurologici e mentali. Un rapporto presentato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità conferma una correlazione positiva tra varie attività artistiche e salute umana. Quando si analizzano i benefici delle arti visive, delle arti dello spettacolo, della cultura, della letteratura e delle arti in genere su pazienti diversi con condizioni mediche diverse, la conclusione rimane la stessa: l’arte guarisce!

Il meccanismo dell’emozione

Nel 1994, il neurobiologo Semir Zeki, docente all’University College di Londra, ha fondato la neuroestetica, disciplina che si propone di indagare i meccanismi coinvolti nell’esperienza estetica, cercando di capire cosa si mette in moto nel nostro cervello quando osserviamo un’opera d’arte.

Il neurobiologo ha condotto un esperimento di risonanza magnetica funzionale (riportato dalla rivista “Plos One”): consisteva nell’osservare il cervello di 21 persone, intente a guardare un certo numero di opere d’arte. Quando i volontari si sono trovati davanti a un quadro che consideravano meraviglioso, si è illuminata un’area in particolare: l’area orbito-frontale, coinvolta nei centri del piacere del cervello.
“La bellezza è sempre accompagnata dall’attività neurale di una parte specifica del cervello responsabile dell’elaborazione delle emozioni che si chiama campo A1 e che si trova nella corteccia orbitale mediale-frontale”, ha spiegato lo scienziato. «Anche questa attività è quantificabile. Più intensa sarà l’esperienza della bellezza, più intensa sarà l’attività registrata nella zona “.
Si aggiunge un fatto davvero curioso: il nucleo caudato, un’area cerebrale molto profonda, la stessa messa in moto dall’amore romantico, si attivava anche in chi guardava i dipinti. Zeki ha dedotto che esiste una sorta di correlazione tra la bellezza dell’arte e quella della persona desiderata.
È questo meccanismo che è in gran parte responsabile delle emozioni e della sensazione di intenso piacere che deriva dall’ammirare un’opera d’arte.

la gioconda
Leonardo da Vinci – “Monna Lisa”, 1503/1504 – Museo del Louvre

Artista come un neurologo

La bellezza delle cose esiste nella mente di chi guarda” diceva il filosofo David Hume nel diciottesimo secolo. È negli occhi di chi guarda che il dipinto del museo, il corpo scultoreo di un attore o il volto di un amante diventano veramente e assolutamente splendidi. Quando la stimolazione della corteccia visiva suscita una forte emozione.
Ma è vero anche quello che ha scritto lo scienziato Lamberto Maffei: “L’artista è una sorta di raffinato neurologo che sa trovare gli stimoli appropriati per eccitare il cervello e l’arte è un buon farmaco a cui è fisiologico, e forse anche terapeutico, essere dipendenti“.

In conclusione?

I tanti studi analizzati concordano sulle stesse conclusioni: l’arte è in grado di aumentare il nostro benessere ed è un vero e proprio catalizzatore terapeutico.
Le arti visive, le arti performative, la musica e tante altre discipline sono rimedi comprovati contro la solitudine, la timidezza, la malattia e contribuiscono a diffondere un senso di benessere a tutti. Un motivo in più per circondarsi di opere d’arte!

Referenze:
www.artsper-for-galleries.com
www.iodonna.it
www.huffingtonpost.it
www.corriere.it